DELES ha scelto di intraprendere un percorso per diventare B Corp, un obiettivo nel quale il management crede fortemente e che richiede di mettersi in gioco e cambiare sia la cultura aziendale che molte modalità operative. Ma cosa significa diventare B Corp e perché molte aziende oggi scelgono questa strada?
Immagina un mondo in cui tutti gli stakeholder di un’azienda – non solo gli azionisti – siano valorizzati e messi al primo posto. È il sogno di trasformare la forza del business in una impresa al servizio del bene comune, una B Corp. È il futuro immaginato da B Lab, un’azienda non profit nata a Wayne in Pennsylvania nel 2006, che ha dato origine al movimento delle B-Corporation o, in italiano, delle aziende benefit.
Il punto di partenza da cui nasce il movimento delle B Corp è una constatazione: il sistema economico in cui viviamo non funziona bene. Produce sviluppo, ma al contempo inquina il pianeta in cui viviamo, genera diseguaglianze abissali nella distribuzione della ricchezza, provoca sprechi colossali di cibo e risorse e sfrutta condizioni di lavoro che per molti sono semplicemente disumane. La globalizzazione, anche se oggi non è più inarrestabile come all’inizio del millennio, non fa che riaffermare questo quadro su una scala ancora maggiore. È una questione di impatto. Sembra che la ricchezza prodotta (per una minoranza) abbia un impatto negativo sulla società nel suo insieme e sul pianeta.
Non è una constatazione nuova ma, giunti a questo punto, che fare? A puntare sul collettivismo ci hanno già provato nel secolo breve, e con poca fortuna. Si tratta invece di far evolvere il concetto stesso di azienda, che è alla base del modello economico in cui viviamo. A ben vedere, non c’è quasi articolo di business che non esordisca con un’apertura sul cambiamento, un cambiamento inarrestabile, che impone alle aziende di evolvere per cogliere le opportunità del mercato. Eppure, le forme giuridiche di impresa dominanti sono rimaste praticamente immobili per decenni e si rifanno a modelli nati all’epoca della rivoluzione industriale, quasi tre secoli fa. L’azienda tradizionale, la “company”, la “società” nasce con un obiettivo costitutivo e strutturale: distribuire dividendi agli azionisti; è così che funziona (e si sa anche come va a finire). Come cambiare questo paradigma?
Se togliamo la distribuzione dei dividendi, se rinunciamo al profitto, otteniamo una società che non ha fini di lucro, un’azienda non profit. Il terzo settore si è guadagnato, soprattutto negli ultimi anni, un ruolo crescente e di peso nell’economia e nella società. Queste organizzazioni nascono con l’obiettivo di avere un impatto positivo sulle persone e l’ambiente ma non hanno un modello di business sostenibile, ovvero presuppongono l’esistenza del valore generato dalle società profit per esistere e continuare a operare.
Un paradigma da evolvere
A B Lab cercavano un paradigma più evoluto, che mettesse in discussione il principio della distribuzione dei dividendi, o meglio la natura stessa di questi dividendi. Per essere una B Corporation occorre integrare agli obiettivi di profitto lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera: people and planet. È una trasformazione positiva dei modelli dominanti di impresa a scopo di lucro, per renderli più adeguati alle sfide e alle opportunità dei mercati del XXI secolo. Oltre allo scopo di lucro, che rimane, le società benefit perseguono, nell’esercizio dell’attività d’impresa, anche una o più finalità di beneficio comune. Può essere il perseguimento di uno o più effetti positivi (o la riduzione di effetti negativi) su persone, comunità, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni. Una società benefit persegue questi benefici comuni in modo responsabile, sostenibile e trasparente e la loro gestione richiede ai manager il bilanciamento tra l’interesse dei soci e l’interesse della collettività.
Perché questo accento sull’impatto positivo e sul bene comune? È solo una preoccupazione di carattere etico? Il principio fondamentale che determina questo cambio di prospettiva è l’interdipendenza, la stessa interdipendenza che regola il funzionamento di tutte le forme di vita sulla Terra. Anche nelle società umane occorre agire avendo ben compreso questa dipendenza reciproca, che è anche una responsabilità verso gli altri (dipendenti, stakeholder, clienti, abitanti del territorio), verso l’ambiente in cui viviamo e verso le generazioni future. Per questo l’interdipendenza e la conseguente reciproca responsabilità diventano così l’elemento fondante che guida il movimento delle B Corp, secondo il paradigma People – Planet – Profit. Tutte le B Corp firmano una Dichiarazione di Interdipendenza.
Una questione normativa
Gli obiettivi di bilanciamento degli interessi e di responsabilità reciproca richiedono una base giuridica, che va costruita. Secondo la dottrina italiana, infatti, le aziende nascono per perseguire un unico scopo, ovvero distribuire dividendi agli azionisti: è un elemento strutturale che limita la possibilità del management di innovare in direzioni utili per la società, oltre a rendere vulnerabili le aziende virtuose di fronte ad eventi quali cambi del management o dei suoi orientamenti, ingresso di nuovi azionisti o quotazioni in borsa.
La crescente diffusione di B Corp e Benefit Corporation ha spinto il Legislatore italiano, tra i primi in Europa, a riconoscere lo status giuridico delle società benefit. In Italia le attività di queste aziende sono riconosciute e normate dal 2016.
Come diventare una società benefit
Secondo la legislazione italiana, una società benefit è una società tradizionale con obblighi modificati che impegnano il management e gli azionisti a standard più elevati di scopo, responsabilità e trasparenza. Nello specifico:
- Scopo: impegno a creare un impatto positivo sulla società e la biosfera, ovvero valore condiviso, oltre a generare profitto. La sostenibilità è parte integrante del business model e queste aziende creano condizioni favorevoli alla prosperità sociale e ambientale, oggi e nel futuro.
- Responsabilità: impegno a considerare l’impatto dell’impresa sulla società e l’ambiente, al fine di creare valore sostenibile nel lungo periodo per tutti gli stakeholder.
- Trasparenza: comunicare annualmente e riportare secondo standard di terze parti i risultati conseguiti, i progressi e gli impegni futuri verso il raggiungimento di impatto sociale e ambientale, sia verso gli azionisti che verso il grande pubblico.
Per diventare una società benefit occorre quindi inserire la motivazione benefit nello statuto societario, specificando le finalità benefit e identificando le categorie destinatarie. L’azienda dovrà inoltre creare una struttura organizzativa dedicata a promuovere e monitorare il raggiungimento degli obiettivi benefit dichiarati, che vanno poi inclusi nel bilancio in una apposita relazione.
Al percorso previsto dalla normativa italiana si affianca la denominazione di B Corp, che è una certificazione rilasciata sulla base di uno standard definito dalla stessa B Lab, che svolge quindi la funzione di ente certificatore. La certificazione B Corp non è richiesta dalla normativa italiana: in altre parole si può essere società benefit senza intraprendere il percorso di certificazione B Corp e viceversa, anche se ovviamente tra le due modalità esistono molte aree comuni. In Italia, B Lab considera lo statuto di società benefit un requisito che costituisce una tappa importante per la certificazione.
Oggi sono circa mille le aziende benefit in Italia, mentre le aziende certificate B Lab in tutto il mondo superano quota seimila. Le aziende o le startup adottano questo modello sia per motivi etici sia per attrarre investitori e talenti, grazie al valore reputazionale che l’orientamento benefit assicura. “Credo che le Benefit Corporation avranno risultati economici migliori rispetto ad altri tipi di aziende”, ha dichiarato Robert Shiller, Premio Nobel per l’Economia nel 2013, nonché uno dei padri della finanza comportamentale. Forse questa autorevole dichiarazione può riportarci a quelle motivazioni strutturali che fanno la sostanza di una società a scopo di lucro, anche nel ventunesimo secolo. È un movimento in crescita, con obiettivi ambiziosi: cambiare il capitalismo dall’interno, lavorando su comportamenti, struttura e cultura delle aziende.
DELES è entrata quindi nel movimento B Corp e ha intrapreso questo percorso di certificazione, affidandosi alla consulenza del partner Nativa. “Crediamo nel ruolo delle persone che operano realmente negli ecosistemi per portare cambiamenti positivi e questa visione sistemica e di relazione tra persone interne ed esterne (stakeholder, clienti, fornitori) si ritrova perfettamente nell’approccio B Corp ed è diventata oggi un’esigenza di business per DELES”, dichiara Stefano Scaroni, CEO DELES.